Philosopher Seeds in Sudamerica
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Lo scorso autunno, un piccolo gruppo della Philosopher Seeds ha viaggiato verso il Sudamerica, con lo scopo di conoscere in prima persona la realtà Cannabica sudamericana che sta generando tante buone notizie negli ultimi tempi. Per quello abbiamo deciso di visitare tre Paesi dove, per alcune o per altre ragioni, l'attualità cannabica pulsa con più forza.
Come sta la cannabis in Uruguay?
La nostra prima destinazione fu, come non potrebbe essere altrimenti, l'Uruguay, la mecca degli autoproduttori di Cannabis, l'unico luogo del mondo dove sono state create alcune leggi di regolamentazione della Cannabis tenendo conto dell'opinione dei propri attivisti e coltivatori.
L'Uruguay è un paese con alcune circostanze molto speciali, una piccola popolazione, la cannabis depenalizzata fin dagli anni '70 e un presidente come la cima di un pino, cose che l'hanno resa idonea per poter sperimentare una legislazione intesa a cercare di regolamentare la cannabis puntando, non sul creare un mercato cannabico libero, come sta accadendo in alcuni stati USA o come in Olanda, ma l'intenzione del governo uruguayano nel creare questa legge era ed è, soprattutto, disarticolare il mercato nero, ossia tirar fuori dal tavolo dei giochi le mafie che lucrano con il “Faso” (marijuana). Durante i giorni in cui siamo stati a Montevideo, Colonia e La Florida, abbiamo avuto la fortuna di incontrarci con diversi amici e attivisti cannabici che ci hanno aggiornato sulla situazione in cui si trova il processo di regolamentazione. Abbiamo potuto parlare con Felipe, un amico professore di Università, il quale ci ha fatto il punto della situazione politica che vive il paese in generale, che si trovava in piene elezioni. Abbiamo condiviso molti momenti e gustosi fiori con amici di Fray Bentos, una bella cittadina vicina ai confini occidentali con l'Argentina, la cui comunità cannabica cresce e si espande tra la provincia e la capitale. Loro ci hanno consigliato di contattare Julio Rey, un grande attivista dell'interno del paese, precisamente di La Florida e come potrebbe essere altrimenti, ci siamo andati!!
Julio Rey è un'attivista di Movida Cannábica Florida. Intervistarlo è stato uno dei momenti stellari del viaggio. Ci ha raccontato la sua versione di quello che è la regolarizzazione della marijuana in Uruguay. Dai primi passi, intorno al 2007, quando alcuni giovani giovani politici e organizzazioni civili come Laplacita e il collettivo Plantatuplanta riuscirono a riunire un gran numero di persone per una fumata al Mulino de Perez. A poco a poco, sono cresciuti il numero di associazioni e collettivi di diverso genere, fino a che, nel 2010, i differenti gruppi pro cannabis vengono convocati nell'ufficio dei deputati Sebastián Sabini e Nicolás Núñez, entrambi del Frente Amplio. Si studia la possibilità di portare avanti un progetto di legge nel quale si chiede l'autoconsumo e la nascita di circoli con un limite di 8 piante a persona senza limite di peso. Il dibattito è andato prendendo forma, con alcuni gruppi della società uruguayana contro. Tutto cambia quando improvvisamente l'allora presidente José Mujíca annuncia la regolamentazione della cannabis tra le misure di strategia per la vita e la convivenza. Attualmente, Julio, tra gli altri compiti, si dedica ad attraversare il paese offrendo una serie di conferenze e workshop sull'autocoltivazione della nostra amata pianta, in pratica, promuovendo la cultura cannabica.
Come ci spiegava, le rivendicazioni dei movimenti sociali hanno portato negli ultimi anni, e nelle ultime fasi, in maniera congiunta, all'approvazione di tre leggi definitivamente progressiste: il matrimonio egualitario, l'interruzione volontaria della gravidanza e la regolamentazione della marijuana da parte dello Stato. A doggi ci sono ancora molti dettagli da definire della regolamentazione, però dai movimenti assicurano che la parte più difficile è stata raggiunta: un cambio legislativo rispetto alla Cannabis in tutte le sue forme. Dal movimento associativo sono sicuri di poter arrivare a modificare, in maniera congiunta con il Governo, tutti gli aspetti che saranno necessari per ottenere un regolamento che metta d'accordo le esigenze di tutte le parti in gioco, che sono tante. Con l'attuale legislazione, tutte le produzioni di cannabis dovranno essere preventivamente autorizzate dall'Instituto de Regulación del Cannabis (IRRCA), l'organo designato dal Governo per questa funzione. Al momento, le possibilità offerte dal Governo per poter accedere al “faso” sono tre e si escludono tra loro: l'autocoltivazione, i circoli e la vendita in farmacia. In quanto ad autocoltivazione, la nuova normativa permette un massimo di 6 piante e di 480 gr. All'anno e per ciascuna unità abitativa. Chiunque non voglia coltivare i suoi propri fiori può iscriversi ad un circolo (ci ha sorpreso molto l'alto costo dell'iscrizione in alcuni di essi, ubicati nella capitale). I circoli, che dovranno avere tra i 15 e i 45 soci, una volta autorizzati dalla Giunta, e sotto la supervisione del IRRCA, potranno piantare e raccogliere fino a 99 piante con un raccolto il massimo “proporzionale al numero di soci”. La terza ed ultima opzione di accesso alla cannabis sarà, a partire dall'accreditamento in un registro che permetterà di andare a comprare i fiori, per un massimo di 40 grammi al mese, nelle farmacie autorizzate a farlo. Nel tempo trascorso in Uruguay, abbiamo visto come, al margine di quello che stabilisce la legge e le decisioni governative, il tema della regolamentazione della cannabis è un argomento molto sentito nel paese, sia nei concerti e festival, come nelle sale universitarie e nelle strade. Abbiamo partecipato, insieme ai rappresentanti del mondo cannabico uruguaiano e di alcuni amici europei, alla marcia “Uruguay cosecha” (Uruguay raccoglie), celebrata per festeggiare il 1° anniversario dell'approvazione della legge di regolamentazione e organizzata dalla “Coordinadora Nacional por la Regulación de la Marihuana”, El Abrojo, Federación Nacional de Cannabicultores del Uruguay, FESUR, Gurises MPP, ICEERS, IELSUR, IR, JSU, Red de Usuarios, Movida Cannábica Florida, Ovejas Negras, Pro Derechos, SERPAJ, UJC.
La nostra avventura Uruguayana si è conclusa in maniera molto speciale: con la partecipazione alla Expocannabis Uruguay, la prima fiera cannabica organizzata nel paese dove abbiamo condiviso lo stand e alcuni giorni molto intensi e divertenti con i nostri amici cileni di Semillas de Pàjaro.
L'obiettivo della fiera, organizzata da una giovane produttrice di eventi uruguayana, era di creare un collegamento tra il mondo cannabico, tanto tra realtà commerciale che medica, sia associativa che utenti e consumatori, è stata per questo motivo dichiarata di interesse ministeriale.
Il programma della fiera è stato denso di attività tra conferenze, workshop e un intenso programma ricreativo che, insieme al clima estivo, hanno fatto della fiera un evento sorprendente e con molta partecipazione sia da parte degli uruguayani che dai visitatori dai paesi vicini Argentina e Brasile.
La fiera si è presentata come una magnifica occasione per conoscere e tornare a vedere amici del mondo commerciale cannabico uruguayano come Zac di Tierra inteligente, gli amici di Juana Grow, Verde Esperanza, La Cooperativa de Arte y Cultivo, Merlín Grow, Urugrow, Hydropoint, Media Grow, Planeta Ganja, Yuyo Brothers, Growin, la Costa Grow, e i vicini argentini come gli amici di Cultivo para todos, Natural Mind e Namasté nutrientes.
Non mancava la presenza di alcuni collettivi di attivisti il cui lavoro in Uruguay è più che encomiabile, come la “Asociaciòn Pro Derechos” (Associazione Pro Diritti), che dal principio ha spinto e accompagnato il processo di regolamentazione e la rete di utenti, un'associazione che, su base volontaria, si prende cura di persone con problemi di dipendenza (soprattutto dalla cocaina), educandoli ad un consumo responsabile e utilizzando la cannabis per contrastare l'ansia provocata dall'astinenza. Inutile dire che a parte gli stupendi “chivitos” (pasto a base di pane ripieno di carne arrosto con lattuga, pomodoro e maionese), “asados” (arrosto) e “mates” (infuso di erba mate), gli amici uruguayani ci hanno accolto con una buona ganja coltivata outdoor che ci ha rallegrato la permanenza.
Come sta la cannabis in Argentina?
Il nostro seguente obiettivo era Buenos Aires. Da Colonia abbiamo attraversato il fiume di La Plata con il traghetto e sbarcati a Buenos Aires, dove il nostro amico Nacho di Basta de Lobbys, ci aspettava per offrirci un buon “asado” e bellissimi fiori argentini. L'Argentina è un paese con una fortissima cultura Cannabica e questo lo si nota soprattutto per la quantità e qualità delle Coppe Cannabiche che vengono celebrate, alcune, già da quasi 10 anni. Abbiamo avuto la fortuna di assistere alla Coppa CCCC, un evento in cui nessun dettaglio si lascia al caso: dalla piscina ai giochi all'aria aperta, musica, un sacco di cibo, bellissime tavolate di frutta e dolci ed anche piatti speciali per i vegetariani. Abbiamo condiviso il giorno con molti amici arrivati da varie parti del paese, con Sol e la gioia del suo premio con la nostra Naranchup. Questo era il secondo premio di questa grande coltivatrice con la nostra varietà, a settembre aveva vinto il primo premio nella Coppa del Rìo de la Plata. A novembre siamo andati alla Coppa organizzata dal collettivo Cultivadores de Zyon, un altro meraviglioso evento, dove ancora una volta abbiamo potuto osservare e godere dell'alto livello dei coltivatori argentini e conoscere gli amici della AACA (Agrupación agricultores cannábicos argentinos). Ringraziamo molto gli organizzatori di questi eventi per la loro ospitalità e gentilezza, ci siamo sentiti sicuramente a casa.
Anche a Buenos Aires abbiamo avuto la grande fortuna di poter fare un discorso sulla nostra genetica organizzata da Basta de Lobbys, dove abbiamo parlato del nostro lavoro tra amici e colleghi coltivatori e commercianti cannabici. Il luogo era perfetto per l'evento: un bar/grow gestito da un nostro amico Toto, redattore della popolare rivista cannabica argentina Haze. I tempi trascorsi con gli amici Sol, Omi di China Orgánica, Sebas, Nacho, MariJane de la distribuidora Buenos Muchachos, Martín, Tatiana, Krasty, Pablo, etc…, sono stati momenti davvero meravigliosi che rimarranno per sempre nei nostri ricordi.
Come sta la cannabis in Cile?
Il seguente paese che abbiamo visitato è stato il Cile, dove i Grow Shops funzionano con assoluta normalità da più di tre anni e dove la cultura cannabica sta crescendo con molta forza. Il nostro principale interesse era visitare la fiera Cannabica Expoweed, che si celebrava in quei giorni. E' stata una piacevole sorpresa poter vedere in prima persona il vigore economico del settore cannabico cileno. Dove si possono già incontrare gran parte delle migliori banche di semi europee e dalle quali i coltivatori cileni potranno comprare anche le varietà di Philosopher Seeds grazie ai nostri amici di Imperio Seeds e di Semillas de Pajaro. La fiera si è svolta nel Parco O'Higgins, in una tenda montata per l'occasione, erano presenti i primi marchi del settore a livello europeo soprattutto banche di semi. L'affluenza di pubblico è stata molto importante, si parla di più di 25.000 partecipanti e la verità è che è stato un piacere passeggiare godendo della passione dei coltivatori cileni per la nostra pianta preferita. Vogliamo menzionare anche la sala VIP della fiera, dove abbiamo potuto chiacchierare tranquillamente con gli amici di Cáñamo Chile, gli attivisti cannabici arrivati dal Nordamerica, Steve de Angelo, Urban Grower, Rick Simpson, etc.. Anche a Santiago del Cile, abbiamo avuto la fortuna di poter godere del comfort offertoci dai colleghi del Grow Shop Soma, che si è trasformato in quei giorni nel nostro ufficio improvvisato. Anche nella fiera Expoweed, abbiamo avuto la fortuna di assistere al discorso tenuto dal nostro collega David di Philosopher Seeds con William di GHE, presentando il libro che hanno scritto insieme “Cultivo Hidropónico de Marihuana”. Attraverso i nostri amici di Cáñamo e di Semillas de Pájaro siamo stati invitati a partecipare come giudici di una delle categorie della NeuroCoppa del pacifico, questo è stato un grande onore per tutta la squadra e nella quale abbiamo potuto comprovare che, anche se rari, si trovano dei bellissimi fiori anche in Cile.
Nel finale, un viaggio indimenticabile che abbiamo tentato di spiegare per condividere con voi questi fantastici momenti e come ringraziamento ai nostri colleghi dall'altro lato del laghetto che stanno lavorando per normalizzare la nostra professione e che tanto rispetto e ammirazione hanno dimostrato verso il nostro lavoro.
PAGINA GOVERNO URUGUAY LEGGE DI REGOLAMENTAZIONE VERSIONE dic. 2014